Non posso dire di aver dedicato la mia vita alle auto da corsa. Parlare di dedizione significa dover mettere impegno, costanza, sacrificio nell’intento di raggiungere un risultato. Se è anche vero che durante il percorso devo aver pur “miscelato” qualcosa di simile nella ricetta che mi ha portato a costruire una carriera di grandi soddisfazioni, non mi è mai pesato nulla di tutto ciò che ho fatto, perché a spingermi è sempre stata la passione. Ebbene in questo mondo colorato delle gare automobilistiche, ho conosciuto tante persone che, credo, si ritroverebbero in questo modo di ragionare e su tutti, gli amici della “Breda Racing”.
Nel 1991 ero alla ricerca di un volante. La mia militanza durata tre stagioni nel campionato Italiano di Formula 3, era arrivata al capolinea. La formula 3000, avrebbe rappresentato quel balzo in avanti verso il mio sogno e cioè verso la formula 1. Tuttavia non sarebbe stato facile. Senza sponsors e dotato solo del mio grande entusiasmo, la questione non appariva affatto semplice. Venni a sapere che Giuseppe Cipriani, oramai ex pilota di belle speranze, aveva deciso di appendere il casco al chiodo e stava imbastendo assieme a Giorgio Breda un nuovo team per partecipare al campionato internazionale di Formula 3000.
Non conoscevo bene Giorgio, tuttavia in ruoli diversi avevamo frequentato lo stesso paddock e quando lo chiamai al telefono con una scusa qualsiasi e gli parlai con un “fare” volto ad attestagli la mia stima, sono convinto di non essere sembrato accondiscendente od opportunista, perché con le mie parole riassunsi semplicemente quello che la gente di buon senso pensava realmente di lui. Troncò la telefonata chiedendomi – Sì, ma quand’è che possiamo fare due chiacchiere dietro un caffè ?- Prese buona la mia risposta, “venti minuti”, anche perché il caso volle che quella sera fosse in riunione proprio con Giuseppe Cipriani e, se la mia telefonata dava più “corpo” ad un progetto che fino a quel momento era soltanto un’idea, il fatto di trovarmi a pochi chilometri da loro e di poter dar subito seguito a quella conversazione fu un vero colpo di fortuna. Ricevermi, ne sono convinto, in quel momento era prematuro, ma il loro entusiasmo dava il “prurito” alle mani e cominciare a parlare con un possibile pilota era di fatto un po’ come mettersi in marcia. Sapevo quindi che avrei trovato persone bendisposte, ma durante il tragitto verso Mestrino, in provincia di Padova, pur con tutto il mio innato ottimismo, non potevo di certo immaginare che da lì a un paio d’ore, avrei avuto il contratto in mano per correre l’anno successivo.
Andò proprio così. Nell’amichevole conversazione che nacque, mi resi conto che Giorgio, con finta distrazione, mi interrogava per capire se tecnicamente sarei potuto essere all’altezza dell’impegno che intendevano affidarmi e credo che l’esame andò bene…. Più avanti, mi raccontarono che in realtà la mia candidatura non era nata con la telefonata di quella sera, ma che stavano pensando a me già da un po’ di tempo. Tuttavia quella strana coincidenza accelerò sicuramente le cose e soprattutto le fece accadere. Magari le nostre strade si sarebbero incontrate comunque, ma chissà...
In ogni caso con Giorgio Breda ci fu subito una innata sintonia e , come detto, di lì a poco il tiro della nostra conversazione si spostò da molle ed ammortizzatori, a impegni scritti da siglare e da quella sera ebbe inizio un’avventura fantastica che ci portò a vincere la corsa d’esordio ed a sfiorare la conquista di un campionato che solo la sfortuna ci impedì di agguantare.
Potrei raccontarvi delle pole-position, delle vittorie, dei sorpassi di quella stagione, ma questa mia lettera in verità ha l’ambizione di mettere in luce cose che custodisco molto più gelosamente nel cuore dei bei ricordi sportivi accumulati in quel 1991 e cioè parlarvi delle persone che mi aiutarono a costruirli.
Il “Barone Rampante”, nacque da una “costola” della Breda Racing e molti degli uomini che fecero grande quel progetto, sono gli stessi che amichevolmente mi offrono un caffè oggi quando li vado a salutare in azienda. Quando arrivo, vengo spesso accolto da un coro di affettuosi improperi, visto che, con tutte le mie invenzioni dell’ultimo minuto, cerco sempre la loro arte per saldare, tornire, modificare o creare un pezzo e, sempre pressati da impegni di lavoro da espletare, hanno bisogno di tutto tranne che di distrazioni come le mie richieste. Ma come detto, sono uomini di passione e finiscono sempre per entusiasmarsi delle mie avventure.
Loro hanno realizzato la maggioranza delle componenti speciali che mi hanno permesso di guidare la mia BMW nel campionato mondiale turismo, ma alla Breda Racing ho anche costruito il “monoski” che mi permette di sciare con le protesi. Sempre grazie a loro sono riuscito a modificare le mie gambe per renderle resistenti all’azione ossidante dell’acqua e a “casa Breda” hanno fatto quelle modifiche alla Hand Bike che, con un solo mese di preparazione, mi hanno permesso di arrivare 4° alla maratona di New York 2007.
Giorgio e Roberto Breda sono le persone che hanno fondato questa azienda la quale, ormai da tempo, rappresenta un importantissimo punto di riferimento per coloro che operano nel mondo delle corse: Un luogo dove la tecnologia e la precisione sono di casa e dove si lavora soltanto con passione.Ma in quel lontano 1991, oltre ai fratelli Breda, ricordo Paolo Bottin, detto “Ciòascolta”, ricordo il mitico “Baffo”, all’anagrafe Giancarlo Fabris. Ricordo “Lele”, cioè Graziano Vedovato e ricordo i sorrisi di Tiziana e Fiorenza che ancora oggi splendono allo stesso modo. Ricordo un ragazzino curioso e alle volte rompiscatole di nome Christian Breda, che oggi è a capo dell’ufficio tecnico dell’azienda ed è il vero motore per quel che riguarda la progettazione e la programmazione dei sofisticati macchinari. Nel tempo la Breda Racing è cresciuta, ma tutte le persone che ho citato sono ancora là ed assieme ad altri nuovi arrivati, continuano a lavorare con grande impegno e passione creando cose che portano la loro anima in giro per il mondo con successo, lo spirito della grande ingegnosità così tipicamente italiana.
E’ a tutti questi amici che rivolgo un grazie sincero e sono convinto che in tanti nel mondo delle corse in automobile, provano lo stesso debito di riconoscenza.
Grazie Ragazzi, grazie Breda Racing!